Il CAMPANELLO DELLO SPEZIALE
Opera buffa in un atto
Musica e Libretto di Gaetano Donizetti


Opera minore e pressochè sconosciuta di Donizetti, fa parte di una serie di atti unici che il compositore produsse all’apice della sua popolarità. Questa deliziosa farsa in un atto è scritta e composta a Napoli dal Donizetti circa sei mesi dopo il grande successo ottenuto nella stessa città con la prima rappresentazione presso il Teatro san Carlo della Lucia di Lammermoor. Viene rappresentata la prima volta a Napoli presso il Teatro Nuovo il 6 giugno 1836

Il "Campanello" è una delle prove del compositore più riuscite nel genere comico e fu salutata da successo fin dal suo primo apparire. Nacque sotto forma di farsa con dialoghi. Di proporzioni ridotte: solo cinque numeri musicali intercalati da dialoghi parlati con la parte del basso buffo in testo dialettale, fu composta da Donizetti per risollevare le precarie condizioni in cui versava il Teatro Nuovo in quegli anni. Venne in seguito rimaneggiata dall’autore stesso che nel 1837, per il teatro del Fondo, compose  recitativi al posto dei dialoghi, sostituì un brano, aggiunse un secondo duetto per baritono e basso: l’opera è nota nel nostro secolo essenzialmente in quest’ultima versione.

TRAMA
Don Annibale Pistacchio, speziale in Forìa, alle porte di Napoli, sta festeggiando il proprio matrimonio con Serafina, una bella ragazza di parecchi anni più giovane. Don Annibale freme: all’indomani mattina di buon’ora dovrà partire per Roma per assistere all’apertura di un testamento. Ma a guastar la festa arriva il giovane Enrico, cugino ed ex amante di Serafina. E’ deciso a riconquistare la bella e visto che la sposa non sembra cedere, decide di vendicarsi di don Annibale, impedendogli di trascorrere la prima e tanto sospirata notte di nozze. Gli speziali del Regno avevano obbligo di legge, pena il carcere di rispondere alle chiamate notturne di chi avesse bisogno di cure. La festa termina ed Enrico mette all’opera il proprio piano: suonando di continuo il famigerato campanello, entra in casa  proponendosi in una girandola di travestimenti e fingendo di chiedere medicine per i più strani malanni. La notte scorre in fretta e al sopraggiungere dell’alba il povero Don Annibale parte, sollecitato dal premuroso Enrico, senza neppure essere entrato in camera da letto.


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